La Staticità
Di Douglas Gattini. Copyright Reg SIAE
“La via del cielo è di non lottare, e non di meno saper vincere;
di non parlare, e non di meno saper rispondere;
di non chiamare, e non di meno far accorrere;
di essere lenti, e non di meno saper fare progetti.
Lao-Tzu (filosofo cinese, VI-V secolo a.C.)
(La condizione, la qualità di essere statico, fermo, in equilibrio, immobile)
Quando si inizia a praticare Yoga, la posizione più difficile da realizzare è quella apparentemente più semplice di shavasana, la posizione del cadavere distesi a terra immobili, ed è comprensibile, perché la nostra mente domina normalmente la coscienza e impone il lato attivo della vita, facendo in modo che questo predomini, a scapito di un’altra realtà più interiore, silenziosa e statica, non visibile all’esterno e per questo meno facilmente comprensibile.
Esercitarsi nello stare fermi, immobili attraverso lo Yoga o esercizi di altro tipo, anche se nell’immediato crea una condizione di smarrimento per la mente che si trova improvvisamente a confrontarsi con l’inattività, è un ottimo allenamento per attivare quella capacità, che dovrebbe essere innata, di trovare il giusto equilibrio tra attività esterna e mondo interiore. Solo così la mente può cedere il passo al Sé interiore, che rappresenta invece l’attività intrinseca di riconoscimento interiore del soggetto stesso.
Anche per lo Shiatsu si verifica questo fenomeno, la sua grandezza infatti sta soprattutto in quei momenti in cui la pressione, elemento fondamentale, cessa di essere attiva e diventa semplicemente “pressione statica” senza movimento, senza intenzione, senza strategia, senza spinta, senza voler fare o concludere qualcosa.
Se stai attraversando un periodo in cui il momento statico della pressione è ostacolato da una mente che vuole predominare, devi fare in modo di recuperare al più presto la staticità, il non movimento pressorio, devi dare più spazio alle pressioni ferme con un atteggiamento centrato in te stesso. Non commettere però l’errore di voler aumentare la staticità irrigidendo la postura o, peggio ancora, l’attività dell’organo percettivo, perché saresti da capo, punta invece sul naturale e spontaneo equilibrio posturale e respiratorio,
Staticità, quindi, come condizione da raggiungere non a tutti i costi, “facendo” qualcosa, ma al contrario attraverso un opera di destabilizzazione dell’attività. In altre parole bisogna che la staticità non sia cercata, quanto piuttosto lasciata semplicemente accadere. Coltivare l’arte della staticità ti permetterà poi di capire e sperimentare che la staticità, intesa come non movimento apparente esterno, in realtà possiede un suo movimento intrinseco, dominato non più dalla mente ma dal Sé interiore, che non ha niente a che vedere con il movimento normalmente inteso.
Nello Shiatsu la conquista della staticità porta ad agire senza il bisogno di agire. E’ l’equilibrio acquisito che agisce, e lo fa senza sforzo, da fermo, come ferma e senza movimento è la pressione Shiatsu stessa, quella che, proprio per questa caratteristica, smuove dal profondo l’energia del corpo del ricevente.