96 – L’allievo ritardatario
Come insegnante di Shiatsu mi è sempre piaciuto iniziare e concludere le lezioni puntualmente al minuto di orologio per rispetto di chi arriva in orario agli incontri.
Una volta un mio allievo arrivò in ritardo e a porta chiusa del Dojo* pretese di entrare intanto che il gruppo era da me guidato in un esercizio di concentrazione e rilassamento mentale.
Io feci segno all’allievo di non entrare e di chiudere la porta.
Più tardi, quando verificai la possibilità di farlo inserire nel gruppo, mi si rivolse infuriato per averlo buttato fuori dalla sala.
Gli spiegai che la sua presunzione non aveva posto in un gruppo di studio di Shiatsu.
Era suo dovere aspettare il permesso per entrare nel Dojo, per non interrompere il prezioso lavoro dei suoi compagni.
Da quel giorno quell’allievo non frequentò più le lezioni né io volli sapere nulla che lo riguardasse.
Era chiaro che aveva bisogno di meditare e di fare un lavoro introspettivo con se stesso.
Dopo un paio d’anni mi telefonò dicendomi che aveva finalmente capito l’episodio rimasto in sospeso e che sarebbe stato intenzionato a riprendere gli studi.
Terminato il corso, diventò uno stimato operatore Shiatsu.