99 – La sottile percezione di un ricevente con handicap
Mi capitò di fare una serie di interventi in un centro per portatori di handicap.
Gli ospiti erano di diversa età e con handicap che presentavano varie problematiche estremamente differenti fra loro.
I medici vedevano in noi operatori Shiatsu un buon aiuto e la maggior parte dei riceventi gradiva molto i trattamenti di Shiatsu.
Per noi operatori il lavoro era più impegnativo del solito: le condizioni di lavoro in luoghi poco adatti, l’afflusso continuo delle richieste a ricevere Shiatsu, i blocchi energetici e muscolari straordinari che la maggioranza di loro presentava; ognuno di loro più che mai aveva degli squilibri personali e particolari.
Ne vidi tanti, ognuno meritava la messa a punto di una strategia che non aveva niente a che fare con quella degli altri.
Un giorno un ragazzo paraplegico, che aveva molta difficoltà a farsi capire, dopo vari sforzi riuscì a dirmi che voleva presentarmi un suo amico che alloggiava in un’altra struttura.
Per accontentarlo un infermiere andò a prendere il suo amico e, dopo che mi fu presentato, il mio ricevente fece segno di fargli un trattamento.
La sorpresa fu molta quando verificai che molti degli squilibri dell’amico di quel ragazzo erano i suoi stessi squilibri e che il trattamento poteva essere in questo caso molto simile a quello eseguito su di lui.