58 – Il samurai di Shiatsuland
Alla fine dell’epoca Edo, quando il Giappone aprì le frontiere ai paesi occidentali, verso la fine del 1800, un samurai che conosceva a mala pena lo Shiatsu aveva creato un suo luogo chiamato “Shiatsuland”.
Un territorio dove l’abile guerriero aveva stabilito un metodo rapido di apprendimento della tecnica, per cui anche gli imbecilli sarebbero stati in grado di insegnare la disciplina.
Insomma, la costruzione di piccoli samurai clonati con un sistema ingegnoso e veloce, contrapposto a una disciplina il cui apprendimento richiedeva del tempo.
Ognuno poteva esprimersi “democraticamente” all’interno di quadri di riferimento e obiettivi finali già stabiliti dal capo samurai.
Chi si opponeva a questo principio di vera e propria sopravvivenza del regno veniva pubblicamente denigrato a scopo di avvertimento.
Ai recidivi veniva tagliata la testa; tutto, ovviamente, con un buonismo struggente per il bene dello Shiatsu e degli Shiatsuka.
Un giorno il samurai smise di fare il predicatore fanatico e cambiò mestiere.
Di Shiatsuland non se ne seppe più granché, tranne il fatto di non riuscire a trovare un sostituto che rappresentasse in maniera così efficace e personalistica quel luogo.