56 – Un sostegno della provvidenza

In un viaggio in treno tra Milano e Roma approfittai come al solito per lavorare al computer.
Prima di arrivare a Firenze, un po’ per la stanchezza del viaggio, un po’ per le curve degli Appennini, un po’ perché erano due ore che lavoravo al mio portatile, i miei occhi si erano arrossati e decisi di riposare concedendomi un trattamento di autoshiatsu “palming” agli occhi.
Il trattamento consiste nell’appoggio delicato della zona ipotenar* dei palmi delle mani sui globi oculari, sistemando bene i gomiti sul petto oppure su un ripiano stabile.
Di fronte alla mia postazione, nell’altra fila di sedili della carrozza, era seduto un prete con il quale mi era capitato di dover incrociare lo sguardo durante il viaggio.
Quando il treno arrivò alla stazione di Firenze cominciai a staccare le mani dal viso mentre qualche passeggero cominciava a scendere.
Fra questi c’era anche il prete che aveva viaggiato nella mia stessa carrozza e quando passò vicino a me, approfittando che proprio in quel momento io stavo staccando le mani dagli occhi, mi disse chinandosi verso di me e dandomi con una mano due gentili colpetti su una mia spalla: “Coraggio, coraggio”.
Preso all’improvviso, non ebbi la forza di rispondere, ma rimasi immobile pensando dentro di me: “Benedictus Pater omnipotentes Deus, please, egum esigo spiegazio!”.

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